mercoledì 24 febbraio 2010

Dopo la crisi il denaro «conta» di più


La pensa così il 65 per cento delle persone

MILANO – Qualcuno ipotizzava che la crisi avrebbe portato un ritorno ai valori autentici e magari anche alla fine del mondo consumista e capitalista o comunque a un cambio di paradigma. Niente di più falso. Semplicemente e prevedibilmente ora che i quattrini mancano, per la legge economica dell’utilità marginale crescente (e poi decrescente), se ne sente il bisogno più che mai. Insomma la loro rarità ne amplifica il valore e il bisogno di denaro porta ad attribuirgli ancora più importanza. Così la pensa una buona parte del mondo, mentre un’altra cospicua parte dell’umanità (anche se un po’ inferiore) vede i soldi come sinonimo di realizzazione individuale.

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