Anonymous smaschera i frequentatori di Lolita City.
Un attacco in grande stile degli hacker “poliziotti” di Anonymous ai danni di Lolita City, uno dei siti di maggior successo tra i pedofili di tutto il mondo: online quasi 1.600 indirizzi Internet rintracciabili, per la gioia (speriamo) delle varie polizie nazionali.
“Anonymous fa fuori le difese del sito pedofilo Lolita City e smaschera i frequentatori”
Nomi online - Anonymous, celebre gruppo hacker che raccoglie un numero imprecisato di sostenitori, ha messo in piedi una vera e propria battaglia contro un sito che raccoglieva più di 100 GB di disgustose immagini pedopornografiche. L’attacco, annunciato e iniziato ufficialmente il 14 ottobre - e di fatto mai sospeso fino a oggi - ha visto sfoderare le armi più efficaci a disposizione degli hacker per “ripulire” la rete TOR attraverso un’ampia mobilitazione denominata Operazione Darknet. Lolita City ha resistito in vari modi alle pressioni di chi l’aveva scoperta e alla fine ha capitolato nel modo più disastroso: uno scottante database di utenti nelle mani dei pirati informatici e il sito messo completamente KO.
Scudo di Tor - Il sito Lolita City era protetto dalla rete TOR - un sistema piuttosto efficace ma non infallibile - per rendere anonima la navigazione e “coprire” sia siti che visitatori. Un sito protetto da TOR non si può vedere se non attraverso un gateway specifico, come Tor2Web, e un eventuale visitatore può contare su un buon livello di anonimato. Al di là dei proclami e delle possibili osservazioni, c’è da dire una cosa importante: se i giovani egiziani sono riusciti a superare la censura di Mubarak , e se i movimenti siriani riescono tuttora a comunicare con l’esterno, è proprio grazie a questa rete.
Pregi e difetti di TOR - La rete TOR, usata nel modo giusto, è un veicolo di libertà per chi non può affacciarsi su Internet senza finire in prigione, ma se i suoi pregi vengono sfruttati con fini meno nobili, la tecnologia di protezione può consentire lo sviluppo di mostri come Lolita City. Gli hacker della doppia A - simbolo di Anonymous - lo sanno bene, e soprattutto sanno bene che, per mantenere in vita questo sistema, c’è bisogno che qualcuno lo metta al riparo da onte che spingerebbero qualsiasi Paese occidentale a prendere seri provvedimenti per smantellarlo. Il motto di Anonymous è quindi “Unity - Service - Recovery” e la sua funzione è chiara a tutta la comunità hacker mondiale.
Paladini del web - L’attacco ai pedofili online, per quanto faccia onore ad Anonymous, forse ha proprio questo scopo: far vedere che, dove la polizia non può arrivare, c’è una forma di protezione e di controllo in grado di farne le veci. Il grande interrogativo che rimane aperto riguarda il modo in cui i vari servizi di sicurezza potranno legalmente usare i dati resi pubblici, ma l’effetto paura seminato tra i pedofili ha già sicuramente tolto il sonno (almeno quello…) a molti dei 1.589 visitatori “smascherati”. (sp)
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