
Esce domani il kolossal di Renzo Martinelli su Alberto da Giussano. Un polpettone di oltre due ore fra sentimentalismi e sequenze sanguinolente.
MILANO - Basterebbe che alla fine del film, anziché informare l'esausto spettatore che, come nelle fiabe, "Alberto da Giussano sposò Eleonora ed ebbero molti figli", gli comunicassero che quel bell'eroe che mai si lava i capelli è un personaggio di cui non esiste un solo accenno storico se non nella cronaca scritta da un frate domenicano due secoli dopo la famosa battaglia di Legnano.
Forse ci divertiremmo di più, perché mica si pretende che i film ci raccontino la realtà, le bugie e le fantasie al cinema vengono benissimo, se dichiarate tali.
Invece se si pretende di fare di un kolossal anche costoso un manifesto politico, allora bisogna scostarsi un po' dalla fiction sentimentale e fumettara e osare, pur nel polpettone, qualche autenticità, come nell'epico Braveheart (5 Oscar nel 1995) di Mel Gibson, storia del ribelle scozzese William Wallace che nel XIII secolo finì giustiziato dagli inglesi. ..............
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